Grotta del Cavallo, il sito archeologico di Porto Selvaggio
Sapevate che in quello che oggi è il paradiso della Baia di Uluzzo, nel Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, nel territorio di Nardò, c’è una grotta tra le più importanti del Salento e d’Europa? Una tra le grotte che hanno riscritto le origini dell’umanità moderna?
Non una cosuccia da niente, insomma. Stiamo parlando della Grotta del Cavallo. Da qui è passato anche Alberto Angelo con il suo Ulisse, per raccontare l’enigma della scomparsa dell’uomo di Neanderthal e l’arrivo l’Homo Sapiens in Europa migliaia e migliaia di anni prima di quanto si pensasse.
La Grotta del Cavallo, una storia che inizia 60 mila anni fa
Partiamo dal nome un po’ curioso. Questa importante grotta incastonata nella costa ionica salentina deve il suo nome al ritrovamento di numerosi fossili ossei rivenuti fra gli strati di roccia del suolo e appartenenti ad asini e cavalli. In origine però – diciamolo per dovere di cronaca – prendeva il nome, come le altre due grotte che si aprono lungo la scogliera (Grotta di Uluzzo e Grotta Cosma) dalla torre poco distante, Torre Uluzzo.
Oggi la grotta si trova a 15 metri sopra il livello del mare, ma provate per un attimo ad immaginarla in un contesto del tutto nuovo, totalmente diverso da quello attuale. Provate ad andare indietro nel tempo come suggeriscono gli studi condotti in questi anni, con un salto temporale di 60 mila anni: il mare era distante dalla baia circa 12 chilometri e la zona era un’enorme distesa pianeggiante, ricca di selvaggina e grotte abitate prima dai Neanderthal e poi dai Sapiens. Ammettetelo, qui la meraviglia lascia spazio allo stupore…
Ma torniamo ai giorni nostri. I primi scavi archeologici iniziarono nel 1961 con l’archeologo Arturo Palma di Cesnola che aveva intrapreso una serie di indagini nel territorio di Nardò, dove erano state segnalate diverse grotte costiere; poi continuarono con i docenti universitari Lucia Sarti e Fabio Martini dell’Università di Siena con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di Lecce e Brindisi.
Cosa ne è venuto fuori? Vediamolo!
La Grotta del Cavallo, stratigrafia e reperti archeologici
Oggi la Grotta del Cavallo, scoperta nel 1964, presenta una stratigrafia completa tra le più importanti del panorama europeo in quanto restituisce perfettamente l’immagine di una grotta abitata con continuità nel corso dei secoli. Sette metri di profondità e livelli ben evidenziati dove è stratificata buona parte della storia preistorica del Salento, dal Paleolitico fino al Neolitico.
Dall’epoca del Neanderthal -ottimo cacciatore nonché abile “artigiano” delle risorse del mare che utilizzava come strumenti affilati per tagliare la carne e grattare le pelli – all’epoca in cui si sospetta il suo incontro con il Sapiens.
Nello strato Uluzziano infatti sono stati rinvenuti due denti da latte, oggi custoditi nel Museo della Preistoria di Nardò insieme ad altri reperti rinvenuti nella Grotta del Cavallo e nelle grotte limitrofe. Inizialmente, sulla base di studi precedenti erano stati considerati appartenenti ai Neanderthal, ma gli studi del 2011 hanno ribaltato la tesi: una ricostruzione digitale in 3D ha permesso di analizzare la struttura interna, esterna e lo spessore dello smalto e dimostrare come questi appartenessero all’uomo moderno.
Grotta del Cavallo, tra i paesaggi naturali del Parco naturale e le torri costiere
La Grotta del Cavallo come detto si trova nella Baia di Uluzzo, incastonata nella costa del litorale ionico, in una cornice naturale tipica del paesaggio salentino, fatta di insenature e ampie distese di rigogliosa macchia mediterranea.
Un luogo da visitare durante le vostre vacanze nel Salento se alloggiate nei pressi di Porto Cesareo, percorrendo i sentieri che attraversano il Parco naturale di Porto Selvaggio guidati da una delle associazioni presenti nel territorio, pronte ad accompagnarvi alla scoperta delle bellezze paesaggistiche del territorio e a raccontarvi secoli e secoli di storia recente racchiusi in alcune delle torri costiere che troverete lungo il cammino.