A Porto Cesareo un villaggio costiero dalla storia millenaria: Scalo di Furno
C’è un patrimonio di enorme prestigio storico e archeologico sulla costa ionica salentina, che conserva tracce e memorie di un villaggio costiero risalente all’età del Bronzo, occupato quasi ininterrottamente fino alla tarda età del Ferro. Una tappa obbligatoria per gli appassionati di storia, e non solo, in vacanza a Porto Cesareo.
È il sito archeologico di Scalo di Furno. Un luogo dove la natura ancora incontaminata custodisce segreti di un tempo lontano, e a poco a poco restituisce frammenti di un passato utili a ricostruire la storia delle popolazioni che nel corso dei millenni hanno popolato l’antica Terra d’Arneo.
È stato un docente dell’Università del Salento a scoprirlo, Domenico Novembre, quasi per caso nel 1963. Successivamente, tra il 1969 e il 1977, ebbe poi inizio un’importante campagna di scavi ad opera della Soprintendenza Archeologica della Puglia che portò alla luce i resti di un insediamento umano circondato da mura realizzate in blocchi di carparo -cronologicamente riconducibile tra il XVIII e l’VIII secolo a.C. – e una grande quantità di reperti archeologici e fossili animali.
Un atelier per la fattura e la cottura di vasi, ceramiche micenee, sculture votive, bronzi, un sacello dedicato alla divinità messapica Thana (come testimoniato da un’epigrafe graffita sul frammento di un vaso votivo), ossa di animali selvatici e oggetti ornamentali in bronzo e ferro.
Praticamente una storia millenaria racchiusa in uno scrigno di costa. In un meraviglioso scrigno di costa.
Scalo di Furno, in epoca romana fu anche un importante scalo commerciale
Gli scavi archeologici condotti in questo sito restituiscono allo Scalo di Furno anche l’immagine di un’importante area portuale strategica di epoca romana, una delle più significative della costa ionica salentina.
Moli, darsene, magazzini, anfore e manufatti testimoniano l’intensa attività marittima e commerciale dell’odierna Lecce (un tempo conosciuta come la città di Rudiae) e di tutta la zona circostante, e fanno di questo piccolo porto uno scalo commerciale nevralgico per il trasporto di merci tra l’Italia e l’Oriente.
E allora adesso immaginate di passeggiare per il sito archeologico dello Scalo di Furno, immaginate di dirigervi verso il mare, di chiudere gli occhi e vedere grandi navi provenienti da terre sconosciute pronte ad attraccare proprio di fronte a voi. E se vi risulta difficile portare alla mente questa immagine dai contorni prestigiosi e millenari, vi diamo un altro piccolo aiutino…
Nelle acque di Torre Chianca, a pochi chilometri dall’area dello Scalo di Furno sono state rinvenute dapprima delle statuette di basalto raffiguranti il dio egiziano Thout (il dio degli scribi) e in seguito sette colonne di marmo risalenti al II secolo d.C. riconducibili al naufragio di una nave lapidaria che dall’Asia Minore viaggiava verso l’Italia.
Primo Ponte, la spiaggia dello Scalo di Furno
Bene, per chiudere in bellezza l’escursione all’interno del sito archeologico è d’obbligo concedersi un momento relax in una delle tante spiagge dai tratti esotici e paradisiaci di Porto Cesareo. E in questo caso è d’obbligo fare tappa alla spiaggia del Primo Ponte, a due passi dallo Scalo di Furno, che vi aspetta con le sue acque cristalline e la sabbia finissima e dorata che sembra sbrilluccicare all’ora del tramonto!
Sì, lo sappiamo. Perché si chiama Spiaggia di Primo Ponte?
Il nome lo prende dal ponticello sotto il quale sfocia il canale utilizzato per la bonifica e che termina con lo sperone roccioso di ‘Scalo di Furno’.